AI ACT: il primo regolamento al mondo sull’uso dell’intelligenza artificiale

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È notizia di pochi giorni fa. L’Europarlamento ha approvato l’AI Act, il regolamento per l’uso dell’intelligenza artificiale. Da tempo atteso, questo regolamento entrerà in vigore nel 2024, dopo l’iter di approvazione da parte dei vari Paesi, comunque attesa per la fine di quest’anno.

L’Unione Europea ha introdotto l’AI Act, una legislazione pionieristica nel suo genere, che mira a promuovere l’uso responsabile e trasparente della IA in tutti i Paesi che fanno parte dell’area UE.
Significativa, infatti, l’affermazione di Margrethe Vestager, commissaria UE alla concorrenza:

Abbiamo bisogno di una intelligenza artificiale di cui poterci fidare

Lo scenario in cui si innesta il regolamento è quello della AI generativa, come ad esempio quella di CHAT GPT e DELL-E, in grado di creare autonomamente testi, immagini e molto altro, partendo da una base di miliardi di dati raccolti a livello mondiale.

Prime bocciature

L’attenzione della commissione si è focalizzata su alcuni ambiti di applicazione dell’intelligenza artificiale, riferiti all’identificazione delle persone.
Fra i vari divieti, ci ha colpito quello relativo al riconoscimento facciale nelle aree pubbliche e per scopi di polizia predittiva.

Come nei film

Chi di voi ricorda il film Minority Report?

Uscita nel 2002 dalla fantasia visionaria (è il caso di dirlo) di Steven Spielberg, la pellicola racconta il mondo nel 2054, in cui la città di Washington è disseminata di telecamere per la scansione oculare ed il riconoscimento facciale.

Vent’anni fa sembrava davvero fantascienza.
In soli vent’anni, siamo arrivati a normare questo aspetto.

Un nervo scoperto

C’è da dire che l’Unione Europea ha sempre avuto una grande attenzione all’etica ed alla protezione dei diritti dei cittadini.
Oggi, con lo sviluppo vertiginoso dell’IA, diventa sempre più importante garantire un utilizzo responsabile di questa tecnologia.

Per questo regolamento, tuttavia, non si è partiti dal foglio bianco: basti pensare al GDPR per la tutela dei dati personali e sensibili, a partire dal quale sono già state imposte delle restrizioni agli operatori del settore.
Non più tardi di un paio di mesi fa, in Italia CHAT GPT era stato bloccato dal Garante proprio per un approfondimento sulla gestione dei dati degli utenti.

La privacy, dunque, è ancora un nervo scoperto della questione e sarà complesso mantenere al passo le normative con i progressi rapidissimi che l’IA continua a fare, giorno dopo giorno.

La vera sfida sarà trovare il giusto compromesso fra la trasparenza e la tutela dei dati da un lato, rispetto ai vantaggi che il progresso dell’IA potrà portare alle imprese e, più in generale, alla società tutta.
Siamo certi che se ne parlerà ancora tanto e noi saremo qui a raccontarvi le ultime news.

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