
Il progresso tecnologico degli ultimi anni ha portato vantaggi importanti, ma ha anche determinato dei cambiamenti nella gestione di alcuni processi aziendali. Il backup è uno di questi. Vediamo insieme quale è stato il suo ruolo fino ad oggi e che evoluzione avrà in futuro.
Prendiamo spunto da un interessante articolo, che tratta uno degli argomenti di maggiore interesse per chi si occupa di IT all’interno delle aziende: il backup dei dati.
Indispensabile averne (almeno) uno, fondamentale che sia ben fatto e verificato, il backup è anche diventato parte integrante degli obblighi dettati dal GDPR, in tema di protezione delle informazioni.
E a proposito di informazioni, i big data hanno cambiato non poco lo scenario.
Il nuovo petrolio
La proliferazione di dati, il cosiddetto “nuovo petrolio” della nostra era, ha costretto le organizzazioni a dotarsi di strumenti più moderni e di processi più snelli per non “soccombere” alla mole di informazioni da gestire, per poter poi essere sfruttate con efficacia.
Il backup è, quindi, mutato nel corso degli anni, adeguandosi alle nuove esigenze di una sempre maggiore protezione, sia in termini quantitativi che qualitativi.
Quanto alla prima variabile, si è appena detto della necessità di archiviare ed organizzare volumi infinitamente più grandi di quelli di appena qualche anno fa, il che implica anche una maggiore complessità delle infrastrutture.
Per quanto riguarda la qualità del dato, oltre all’integrità dello stesso, che va comunque verificata, c’è l’aspetto tecnologico: un backup creato con tecnologie divenute obsolete può richiedere molto più tempo per essere ripristinato.
L’evoluzione delle minacce
Il backup dei dati mantiene un ruolo centrale nella protezione delle informazioni. Proprio per questo le minacce informatiche prendono di mira direttamente il cuore del sistema.
Siamo ormai (purtroppo) abituati ad attacchi mirati da parte dei ransomware, che sequestrano i dati e si diffondono su tutta la rete, rendendo spesso complicate e lunghe le operazioni di ripristino e costringendo le aziende a blocchi prolungati.
Ma c’è di più.
Gli ultimi attacchi informatici prendono di mira prima di tutto proprio i sistemi di backup, li neutralizzano e poi iniziano ad attaccare il resto dell’infrastruttura. Oppure infettano le copie di backup e le modificano, così da compromettere tutte le macchine che vengono ripristinate.
Il futuro del backup
Nick Grebennikof – Acronis – afferma che il backup tradizionale è diventato inefficace ed è necessario un cambio di prospettiva.
Per questo è indispensabile cambiare approccio: non basta copiare i dati. Serve una infrastruttura che tenga costantemente sotto controllo i backup, per bloccare tentativi di criptazione non autorizzati, ma anche i tentativi di manomissione.
Si è passati, quindi, dalla “semplice” protezione dei dati tramite backup alla “protezione della protezione”, per così dire, ossia del backup stesso.
Anche i confini della protezione perimetrale si sono allargati, anzi sono divenuti estremamente fluidi, complici i big data ed i molti device utilizzati per l’accesso alle informazioni.
È necessaria una protezione globale, fatta di tecnologie e di servizi, che monitorino l’intera infrastruttura e che siano alla portata di tutti, a misura per ciascuna azienda.
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Da 20 mi occupo di comunicazione e marketing nel settore ICT. Ho fatto della mia passione il mio lavoro, scrivendo di tecnologie e non solo.