L’Intelligenza Artificiale come driver di crescita per il Paese

by Gesca
Alcune riflessioni ispirate dalla lettura del libro bianco dell’AGID (Agenzia per L’Italia Digitale), che spiega in che modo la Pubblica Amministrazione, attraverso l’evoluzione digitale, può migliorare i servizi verso i cittadini e le imprese sfruttando l’Intelligenza Artificiale.
L’Intelligenza Artificiale come driver di crescita per il Paese
Non più ultima frontiera della tecnologia, ma concreta realtà, che fa già parte, ed ha profondamente permeato, vita e lavoro di tutti noi.
L’Intelligenza Artificiale pervade le nostre vite anche se non ne abbiamo consapevolezza. Le tecnologie di IA si stanno affermando come forza centrale nella società. Il settore è passato dal costruire semplicemente sistemi che sono intelligenti a costruire sistemi intelligenti che sono affidabili e consapevoli.
(Artificial Intelligence and life in 2030, One hundred year study on Artificial Intelligence, Stanford University, 2016)
Quando parliamo di Intelligenza Artificiale, il nostro immaginario collettivo è ancora legato a scenari da film.
In effetti, la definizione di “sistemi consapevoli” può apparire un po’ inquietante.
Tuttavia, la “consapevolezza” di cui si parla è data dalla capacità di questi sistemi di elaborare una grande mole di dati, acquisire informazioni e creare dei modelli che consentono di fare delle previsioni.
Il timore che in un futuro brevissimo, anzi già nel presente, le macchine (che siano robot o algoritmi) possano sostituirsi alle persone, è indubbiamente presente.
Dietro le quinte dell’IA, però, c’è sempre l’uomo.
E’ l’intelligenza umana che sviluppa algoritmi, definisce criteri di elaborazione delle informazioni, assicura la buona qualità dei dati; ma soprattutto, è l’uomo a creare le informazioni che poi saranno elaborate dai sistemi.
L’algoritmo pittore
Fa una certa impressione leggere che Christie’s sta per battere all’asta un quadro dipinto da un algoritmo che, alimentato da oltre 15.000 opere d’arte, è riuscito a creare autonomamente un’opera originale.
Questo ci sembra un buon esempio, quando si parla di dati di qualità.
Se l’algoritmo “pittore” non avesse attinto da opere realizzate tra il XIV ed il XX secolo, il risultato sarebbe stato differente: non intendiamo migliore o peggiore, ma semplicemente diverso, a seconda dei dati forniti.
Il Libro Bianco dell’Agid sottolinea in questo passaggio l’importanza, ed anche la responsabilità, della gestione dei dati sui quali si fondano gli algoritmi di Intelligenza Artificiale: “è necessario, innanzitutto, che questi siano di buona qualità, esenti il più possibile da bias (pregiudizi) dovuti a errori nella loro generazione, quando devono essere “annotati” dagli esseri umani, per insegnare alle macchine come interpretarli. Per questo è importante che si creino le migliori condizioni, soprattutto organizzative, nei contesti in cui i dati stessi vengono prodotti”.
Basterebbe questa affermazione a tranquillizzare quanti si sentono minacciati dal futuro predominio delle macchine.
L’Intelligenza Artificiale non è ancora in grado di riprodurre il funzionamento complesso della mente umana, ma solo alcune sue capacità circoscritte”.
Intelligenza artificiale: amica o nemica?
La tecnologia, di per sé, è neutrale.
E’ l’uso che se ne fa a renderla il nostro miglior alleato o il nostro peggior nemico.
“Il principio di fondo è che l’Intelligenza Artificiale debba servire soprattutto per affiancare le persone e aiutarle a svolgere le loro attività, ma non per sostituirle.
L’Intelligenza Artificiale, oggi, può guidare al posto nostro, prendersi cura delle persone anziane o malate, svolgere lavori pericolosi o usuranti, aiutarci a prendere decisioni ponderate, basate sulla gestione razionale di grandi moli di dati.
Ci può permettere di comunicare in lingue che non conosciamo, può seguirci nello studio e aumentare le esperienze culturali o di intrattenimento a nostra disposizione.
Nella Pubblica amministrazione, può essere utilizzata con profitto nel sistema sanitario, scolastico, giudiziario, nel pubblico impiego, nella sicurezza e, più in generale, nella gestione delle relazioni coi cittadini, che possono venire semplificate e rese allo stesso tempo più efficaci, veloci ed efficienti.”
Riuscire a superare i preconcetti nei confronti dell’impiego di queste tecnologie è un compito difficile quanto quello di guidare le persone verso la loro conoscenza.
La consapevolezza dei rischi e dei vantaggi insiti nell’applicazione dell’intelligenza artificiale è indispensabile per riuscire a superare resistenze e pregiudizi.
Il ruolo dell’ICT
Chi opera nell’ICT, in Italia, è chiamato ad accogliere grandi sfide.
Come portatrici di innovazione, le imprese possono aiutare a creare anche le condizioni, come si diceva sopra, affinché i dati possano essere gestiti ed elaborati in maniera efficiente e sicura.
Nonostante l’ampia diffusione dell’offerta digitale in moltissimi settori, compresi i servizi della PA, si registra ancora un gap fra quest’ultima e l’uso da parte di cittadini e imprese.
Lo scorso anno è stato approvato un piano triennale per la digitalizzazione della PA, che possa guidare il Paese verso la trasformazione digitale.
Lo scopo è rendere la Pubblica Amministrazione un modello nel processo di ammodernamento e semplificazione dei servizi al cittadino, che in questo modo può toccare con mano ed apprezzare i benefici derivanti dall’impiego dell’Intelligenza Artificiale in termini di una maggiore qualità dei servizi ricevuti.
In questo scenario, data center, cloud e cybersecurity sono argomenti in primo piano nell’ambito del percorso di trasformazione e di crescita.
Basti pensare a quanto già realizzato nella PA relativamente ai servizi digitali: Fattura Elettronica, PagoPA e SPID, solo per citarne alcuni, non possono prescindere da sistemi prima di tutto sicuri, e assolutamente efficienti.
Le infrastrutture fisiche e virtuali, il cloud, l’intelligenza artificiale, sono alla base di numerosi progetti presenti e futuri, non solo della PA, ma di tutte le PMI italiane che vogliono essere realmente protagoniste di un cambiamento che è diventato ormai irrinunciabile.
Fonti
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