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La protezione dei dati ai tempi del Covid19

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Sebbene l’epidemia di Covid19 stia giustamente monopolizzando l’attenzione di tutti noi, è tanto più importante non abbassare la guardia sulla protezione dei dati aziendali, soprattutto in un momento così cruciale come il passaggio al cloud per lo smart working di moltissime organizzazioni.

La protezione dei dati ai tempi del Covid19

L’emergenza Covid19 ha determinato un’accelerazione importante nel passaggio al cloud di moltissime realtà.
Lo smart working è diventato una priorità, per continuare a garantire l’operatività e la produttività delle imprese.
Per questo la protezione dei dati ai tempi del Covid19 necessita della massima attenzione.

In questo scenario, le organizzazioni hanno dovuto dotarsi di tecnologie abilitanti e di sistemi di protezione dei dati e dei molti dispositivi utilizzati, per permettere ai loro collaboratori l’accesso sicuro ad informazioni e sistemi aziendali.

La protezione delle informazioni, però, non si limita all’adozione di strumenti idonei allo scopo, ma deve essere corredata da azioni e best practice che ne garantiscano l’efficacia, a prescindere dalla tecnologia scelta.

Prendiamo spunto da un’indagine condotta da Acronis, azienda produttrice di software di protezione e backup, che evidenzia come non si siano ancora raggiunti livelli adeguati di protezione.
Il problema non è relativo alla consapevolezza dell’importanza del backup, quanto piuttosto alle modalità di gestione dello stesso.

…mentre circa il 90% dei responsabili aziendali esegue correttamente le operazioni di backup, solo il 41% lo fa ogni giorno, lasciando molte aziende con lacune nei dati disponibili per il recupero.

Questione di “abitudini”

L’indagine si focalizza sulle abitudini di protezione degli utenti, a livello globale:

l’85% delle aziende non esegue il backup più volte al giorno, solo il 15% dichiara di farlo, il 26% lo fa una volta al giorno, il 28% settimanalmente, il 20% ogni mese e il 10% non esegue alcun backup

Si tratta di percentuali ancora troppo basse per poter parlare di un buon livello di protezione.

Inoltre, solo il 17% degli utenti finali e il 20% dei professionisti IT seguono le migliori pratiche, utilizzando backup ibridi su supporti locali e nel cloud.

Questo è un altro aspetto centrale del backup, cioè la necessità di rispettare la regola del 3-2-1, la strategia di protezione che prevede:

  1. la creazione di 3 copie di ogni file
  2. di queste, 2 su supporti diversi fra loro
  3. 1 copia sul cloud

Come abbiamo ricordato anche in un recente articolo, le minacce informatiche si sono notevolmente evolute.
I cyberattacchi prendono di mira direttamente i software di protezione e se raggiungono le copie di backup, le rendono inservibili, mettendo in grave rischio il ripristino dei dati.

Il sondaggio preso in esame rileva che, sia tra gli utenti finali che tra i professionisti IT, c’è grande preoccupazione nei confronti di minacce informatiche che mirano direttamente al cuore dei sistemi di protezione.

Ecco perché, spiega Acronis,

Per garantire una protezione completa, i backup sicuri devono far parte dell’approccio globale di protezione informatica di ogni azienda, e questo deve includere protezione da ransomware, disaster recovery, sicurezza informatica e strumenti di gestione

Cambiare approccio

Ecco perché la protezione dei dati ai tempi del Covid 19 deve rafforzarsi.
Mai come in questo periodo è necessario tenere alta la guardia, affrontando il problema della protezione delle informazioni con un approccio di MULTILAYER SECURITY, che guardi cioè all’insieme delle cosiddette “superfici di attacco”.

Lo smart working, diffusosi largamente a causa dell’emergenza Covid19, ha moltiplicato gli accessi da remoto ai sistemi aziendali.
Accessi che, molto spesso, avvengono anche attraverso dispositivi personali, oltre che aziendali, dei dipendenti.

Questo determina inevitabilmente un’esigenza di protezione e controllo di tutti gli asset utilizzati e la loro gestione ottimizzata, per garantire ai professionisti dell’IT una visione completa delle risorse ed una adeguata protezione delle informazioni.

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