Lo stato della digitalizzazione in Italia e le opportunità per le PMI

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I dati dell’Osservatorio per l’Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano indicano che le aziende più avanti nel processo di digitalizzazione hanno in media un utile netto del +28%, un +18% di profitti, e +11% di EBITDA. Ecco perché è necessario un cambio di mentalità da parte delle imprese, per riuscire a cogliere le opportunità che offre la digitalizzazione, rivedendo i propri processi per innovarli, in ogni area.

Scenario

La pandemia ha indubbiamente velocizzato la digitalizzazione delle imprese.

Un’indagine, pubblicata all’inizio dell’anno da Markets and Markets, indica che la spesa in questa direzione passerà da 521 a 1.250 miliardi di dollari a livello globale, entro il 2026.
Proprio durante la pandemia, le aziende hanno avviato un percorso di digitalizzazione, per superare una crisi di lunga durata.
Secondo l’Istat, il 60,3% delle piccole e medie imprese italiane ha completato un primo step del percorso, ad esempio puntando sull’e-commerce, quando possibile, per riprendere le vendite.

Nonostante ciò, per il 63% delle aziende, l’infrastruttura digitale resta un problema concreto.
In base al Digital Economy and Society Index, il tasso di digitalizzazione delle imprese italiane è inferiore alla media europea.

Non si può, quindi, parlare di una reale digital transformation.

Lo stato della digitalizzazione in Italia e le opportunità per le PMI

In Italia ci sono oltre 700.000 piccole e medie imprese.
Ad oggi, generano il 41% del fatturato totale del paese ed offrono impiego al 33% degli impiegati del settore privato.

Ed è proprio nel settore privato che si delinea il gap più grande, a livello di performance, tra realtà molto piccole e grandi organizzazioni.
Giusto un paio di numeri, per rendere l’idea: il fatturato medio generato da un dipendente di una piccola azienda è inferiore del 28% rispetto a quello di uno impiegato in una più strutturata.
Le imprese più piccole, inoltre, spesso tendono a vedere la digitalizzazione come un plus, più che come uno strumento concreto a supporto della crescita.

I dati dell’Osservatorio per l’Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano, però, dicono il contrario: le aziende che sono più avanti nel processo di digitalizzazione, hanno in media un utile netto del +28%, un +18% di profitti, e +11% di EBITDA.

Ecco perché è necessario un cambio di mentalità, per riuscire a cogliere le opportunità che offre la digitalizzazione, rivedendo i propri processi per innovarli, in ogni area.

Una crescita (troppo) lenta

In Italia le imprese si stanno avviando, con difficoltà, sulla strada della digital transformation.

Le ragioni più comuni della resistenza al cambiamento sono da ricercarsi, molto spesso, nelle loro dimensioni ridotte, nella mancata possibilità di applicare economie di scala, nell’indisponibilità di fondi da investire nell’innovazione, o ancora nella scarsa capacità/volontà di aprirsi al mercato estero.

Queste, però, sono solo alcune delle variabili.
Una delle questioni da affrontare è quella delle competenze: solo il 15% delle aziende forma i propri collaboratori sulle nuove tecnologie.

Nell’amministrazione, ad esempio, l’adozione di soluzioni digitali è ancora bassa, pur essendo evidente che digitalizzare non significa semplicemente avere un sito o un negozio online, ma anche e soprattutto semplificare, automatizzare, dematerializzare.

Dalla teoria alla pratica

La digitalizzazione resta spesso un concetto astratto. Non viene, cioè, calata nel contesto operativo, introducendo innovazione nei processi organizzativi e decisionali, attraverso scelte tecnologiche mirate, consapevoli e, soprattutto, condivise.

In sintesi, una delle difficoltà che le PMI trovano sulla loro strada per la digitalizzazione è proprio comprendere quale sia la chiave giusta per la propria innovazione.
La digital transformation, infatti, non è un processo trasversale e definito per tutti. Ogni azienda ha un suo personale percorso di trasformazione, in base alle sue specificità di business.
È necessario pianificare obiettivi e strategia, per poi scegliere le tecnologie che possono attuare la digitalizzazione.

Come sempre diciamo, non basta adottare delle nuove tecnologie per dirsi “più digitali”. Occorre lavorare partendo dalla revisione dei processi in ottica digital.
In questo senso, la digitalizzazione è un mindset.

Per questo, il primo passo da fare è iniziare a “pensare digitale”.
Le tecnologie sono funzionali a quello che è il reale obiettivo: innovare il proprio modello di business.

La semplificazione e l’ottimizzazione dei processi

Individuare le aree di intervento può essere un primo passo per l’ottimizzazione dei processi.

In un precedente articolo avevamo fatto una sintetica check list per evidenziare ciò che non deve mancare in un’organizzazione per poter essere competitiva in un contesto digitale.

Una connessione stabile e sicura è, ad esempio, il primo accesso al mondo digitale.
Dotarsi di un’infrastruttura IT che permetta alle persone di lavorare da remoto, accedendo agli applicativi e ai dati aziendali con qualsiasi strumento (PC, tablet, smartphone) è una conditio sine qua non per lavorare in modo più produttivo e moderno.

Il cloud, in questo senso, diventa il luogo in cui tutto avviene: attraverso l’uso di strumenti di produttività e collaborazione, come ad esempio la suite Microsoft 365, oppure di applicativi gestionali cloud native, le aziende possono avere tutto ciò che gli occorre, anche in ottica di dematerializzazione.

Dematerializzazione e protezione dati

Uno degli effetti più evidenti della digitalizzazione (sebbene non esaurisca in sé il processo di digital transformation) è proprio quello della dematerializzazione dei documenti.
Oggi vengono creati, elaborati, validati, veicolati ed archiviati direttamente online.
C’è di più: in ottica digital, tutti i documenti, non solo le fatture, dovrebbero  essere protetti dagli attacchi informatici.
Per questo, adottare un servizio di backup gestito, è la soluzione per tenere al sicuro e rendere sempre disponibili i dati, in caso di incidenti di varia natura (furti, danni all’infrastruttura, cyber attacchi).

Una gestione completamente digitale dei processi contabili, quindi.
L’obbligo del passaggio alla fatturazione elettronica, esteso alle aziende private nel 2019, è stato un’opportunità per digitalizzarsi, aggiornando sistemi e strumenti informatici, che consentono di gestire in modo più semplice e senza errori la propria contabilità, tenendo tutto sotto controllo.

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FONTI

Osservatori.net
Il Sole24Ore
Digital4biz