
Prendiamo spunto dalla recente missione Mars 2020, atterrata pochi giorni fa su Marte, per osservare il mondo della tecnologia da un diverso punto di vista: quello della ricerca spaziale. Scopriremo come l’esplorazione dello Spazio e la vita quotidiana sono più connessi di quanto non si creda.
Tecnologia e ricerca spaziale
L’occasione di questo articolo è uno scambio di opinioni su quanto si è letto spesso negli ultimi giorni:
Che senso ha spendere miliardi per andare su Marte, quando sulla Terra ci sono questioni più urgenti di cui occuparsi?
Una premessa è doverosa: troverete in rete moltissime spiegazioni migliori di questa, anche perché questo post non vuole esserlo.
Desideriamo semplicemente raccontare, a modo nostro, perché la tecnologia è nello stesso tempo figlia e madre di queste esplorazioni spaziali, che attirano inevitabilmente la nostra attenzione e (perché no?) ci fanno anche un po’ sognare.
Dal divano di casa alle montagne di Marte
In molti abbiamo seguito l’affascinante discesa di Perseverance, fino al suo”ammartaggio”.
Il video, poi i primi scatti del cielo, del suolo e dell’orizzonte marziano.
Perseverance, il modulo della NASA che con successo ha raggiunto il primo dei traguardi di questa nuova missione (arrivare integro al suolo!), ha già un nome che è un programma.
Parla tanto di noi, intesi come un unicum, come umanità che, nonostante le difficoltà estreme che sta vivendo (la pandemia è solo l’ultima, in ordine di tempo, delle crisi), continua con perseveranza, appunto, il suo cammino evolutivo.
Parlando con le stelle…
Iniziamo con una curiosità.
Sul paracadute è stato scritto un messaggio in… codice binario:
Osa cose grandiose
Si tratta di una citazione ripresa da una frase di Roosevelt, ex Presidente degli Stati Uniti e Nobel per la Pace.
I messaggi sarebbero addirittura due; l’altro, riporta le coordinate GPS per il Jet Propulsion Laboratory della NASA.
Chissà se qualcuno lo leggerà…
Per ora a Perseverance tocca un bel lavoro di analisi e raccolta nel cratere Jezero, alla ricerca di acqua e tracce di vita.
Innovazioni e scoperte, da e per le missioni spaziali
Mars 2020 è solo la spedizione più recente.
In meno di un secolo, sono state decine le missioni spaziali che si sono succedute nel corso del tempo.
Dopo la conquista della Luna, si guardava già al pianeta rosso.
Nel frattempo, però, si atterrava su una cometa, si realizzava uno straordinario telescopio spaziale per osservare l’universo, si costruiva una Stazione Spaziale Internazionale…solo per citare quelle che più hanno colpito l’immaginario collettivo.
Ci siamo riusciti grazie ad una spinta creativa straordinaria, capace di realizzare tecnologie che hanno avuto ricadute nel nostro quotidiano ed hanno trasformato, facendogli compiere enormi balzi in avanti, interi settori della nostra vita e dell’economia.
Incubatori spaziali
Guardando anche al passato,
Le missioni Apollo sono state il più grande incubatore di imprese e di innovazioni. Circa 25 miliardi di dollari spesi hanno portato allo sviluppo di 6.300 nuovi prodotti, tecnologie e soluzioni tecniche mai viste prima. E questo perché Apollo ha coinvolto 60 mila scienziati e ingegneri, 400 mila persone e 20 mila aziende.
Lo stesso è accaduto anche per tutte le missioni successive.
Dietro così tanto progresso c’è un lavoro immenso.
Per dirla con Einstein,
Il genio è 1% talento e 99% lavoro duro
Tecnologia: figlia e madre dello Spazio
Lavoro duro e genio: questi gli elementi per realizzare i progetti per andare nello Spazio.
Il ruolo della tecnologia è stato fondamentale, accanto alla scienza, alla ricerca medica, alla robotica e decine di altre discipline nell’ambito delle conoscenze umane.
La tecnologia ha permesso certo di intraprendere questo percorso, ma essa stessa si è evoluta grazie alla sperimentazione ed allo studio.
Oggi, molto di ciò che è nato dalla ricerca spaziale è applicato nei più svariati campi.
Forse non tutti sanno che molti oggetti e soluzioni che fanno parte integrante della nostra vita, che ci danno comfort, che ci permettono di comunicare o di curarci meglio, hanno origine proprio dall’uso di tecnologie che sono state progettate nell’industria aerospaziale.
È questo il punto.
Spesso si pensa che il fine ultimo delle missioni spaziali sia esclusivamente quello dichiarato e molti non concordano su investimenti cospicui che magari porteranno frutti tra decenni.
In realtà, quello che conta non è (sol)tanto la mèta, quanto il viaggio; tutto quello che si fa, che si inventa, che si sperimenta, che si migliora, per raggiungere l’obiettivo.
Le innovazioni che sono pensate per lo Spazio restano con i piedi per terra 😊 e portano benefici anche nell’immediato.
Frammenti di Spazio sulla Terra
Chi scrive ne ha uno in mano, in questo momento.
Anche chi legge.
L’altra sera riflettevo proprio su quanto fosse straordinario poter assistere in diretta video all’atterraggio di Perseverance, gustare i primi scatti del panorama marziano, comodamente dal divano di casa mia, dal mio smartphone.
C’è una tecnologia “spaziale” nel mio cellulare; e non solo in quello.
Di seguito, una serie di oggetti che provengono dalla ricerca spaziale e che utilizziamo tutti i giorni.
Gli occhiali che hai sul naso mentre leggi questo articolo
Molto probabilmente avrai scelto delle lenti antigraffio per i tuoi occhiali, dopo averne cambiate diverse perché dopo un po’ si rigavano rovinosamente.
La NASA ha studiato una tecnologia per rendere i visori dei caschi degli astronauti resistenti alle particelle che li possono danneggiare.
Il settore dell’ottica ne ha beneficiato subito, sfruttando l’invenzione per rendere le nostre lenti dieci volte più resistenti ai graffi.
Il termometro a infrarossi, un must
In questi tempi di pandemia, la misurazione della temperatura è diventata una routine quotidiana. Almeno una volta al giorno la nostra temperatura viene controllata in 2 secondi.
La tecnologia a infrarossi che viene utilizzata, già da anni, per i termometri è stata sviluppata proprio per misurare la temperatura…alle stelle!
Per gli amanti del bricolage
A volte può capitare di non avere a portata di mano una presa elettrica quando si fanno dei lavoretti.
Tipo sulla Luna, se devi prelevare un campione di roccia.
Per questo si è pensato ad un trapano con motore magnetico, che ottimizza l’autonomia della batteria.
Oggi disponibile in negozio a poche decine di euro…
Una bella bevuta
L’acqua, si sa, è vita. E nello spazio non se ne trova (per ora).
Come fare durante le missioni spaziali? Non è possibile trasportarla in grosse quantità, tocca trovare una soluzione e non disperderne neppure una goccia.
Gli astronauti devono riciclare e depurare l’acqua che bevono…quindi serve un’ottima soluzione per purificarla!
È la stessa tecnologia che hai nel filtro del rubinetto di casa; quello che, magari, ti fa anche le bollicine.
Si parte!
Chi scrive ha il senso dell’orientamento di un criceto sulla ruota.
Quando sono usciti sul mercato i primi navigatori, sono stata a dir poco entusiasta.
Oggi, tutti usiamo sistemi di navigazione satellitare, quando guidiamo e perfino quando siamo a piedi.
La tecnologia satellitare ha permesso di comunicare con la Terra dallo Spazio.
Oggi permette a noi di parlare con un amico a New York.
Il tuo materasso è Memory?
La schiuma di poliuretano è stata pensata espressamente per i sedili delle navicelle, per attutire l’impatto dell’atterraggio. Distribuisce uniformemente il peso e la pressione, assorbendo gli urti e riacquistando forma e dimensioni originali.
Da anni viene utilizzata nella produzione dei materassi, per darci un riposo perfetto.
La TAC
La tecnologia che permette oggi approfondite indagini diagnostiche è nata per analizzare la struttura dei nuovi materiali e rilevarne eventuali difetti.
Oggi una TAC può salvarci la vita.
Abbigliamento per… alta quota
Nello spazio, si sa, fa un po’ freddino.
Le tute spaziali devono garantire agli astronauti un’adeguata protezione termica.
La tecnologia sviluppata a tale scopo viene utilizzata in diversi ambiti: dalle prestazioni sportive (si pensi alle tute della F1) fino alle coperte termiche o all’abbigliamento sportivo.
E fattelo, un selfie!
Le protagoniste assolute degli smartphone di ultima generazione sono loro: le fotocamere ad alta risoluzione.
Progettate nel Jet Propulsion Laboratory e destinate alla ricerca scientifica, sono state poi integrate nei dispositivi mobili.
Oggi le famose GoPro si basano proprio sulla stessa tecnologia.
E così via…
E ancora altre: l’energia pulita dei pannelli solari, le protesi artificiali, i sistemi antisismici…la lista delle tecnologie nate per lo Spazio e finite sulla Terra è lunga, ma noi ci fermiamo qui.
In calce troverete alcune fonti dove dare sfogo alla vostra curiosità.
Marte in ufficio
Oggi PC, tablet e smartphone sono strumenti di lavoro efficienti e a buon mercato.
Anche loro sono un’eredità tecnologica dello Spazio.
La necessità, infatti, di rendere piccola il più possibile l’elettronica a bordo dei moduli ha portato ad un’evoluzione della stessa in termini di miniaturizzazione.
Gli investimenti nelle tecnologie di calcolo e nelle telecomunicazioni hanno condotto alla Rete globale di oggi. Quella stessa rete sulla quale girano i nostri sistemi, i nostri big data: il nostro business.
In estrema sintesi, l’intelligenza artificiale, i big data, la capacità computazionale delle infrastrutture permettono non solo di andare su Marte, ma anche di lavorare in modo più efficiente oggi.
Conclusioni
Dopo questa panoramica sulle tecnologie spaziali e la loro applicazione sul nostro pianeta, pensiamo di aver dato una chiave di lettura all’interrogativo iniziale. E la frase che sintetizza al meglio il concetto è tra le più celebri al mondo:
Questo è un piccolo passo per l’uomo, un gigantesco balzo per l’umanità
[button url=”https://www.gesca.it/registrazione-gescainforma/” target=”_blank” color=”skyblue” size=”medium” border=”false” icon=”” btn_content=”Ti piace il modo in cui raccontiamo la tecnologia? Non perderti il prossimo articolo, iscriviti qui per leggerlo in anteprima!”]
Alcune fonti consultate

Da 20 mi occupo di comunicazione e marketing nel settore ICT. Ho fatto della mia passione il mio lavoro, scrivendo di tecnologie e non solo.